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26.09.2013 - Redazione

"A Meglia Parola, Liguria terra di 'ndrangheta", le scottanti rivelazioni di Grasso e Indice

Riportiamo alcuni tratti significativi di un libro scritto a 4 mani da due giornalisti del Secolo XIX, Matteo Indice e Marco Grasso, che Ponenteggi ha conosciuto nel corso di una recente presentazione. Tanti segreti che stanno uscendo alla luce, in un libro che sta facendo tremare molti politici locali. Eccone alcuni scorci.

A meglia parola: Liguria terra di ndrangheta" è il libro scritto dai giornalisti Marco Grasso e Matteo Indice e pubblicato da De Ferrari Editore. Il titolo dice tutto o quasi.  Nel volume i due giornalisti de Il Secolo XIX parlano di "due comuni, Bordighera e Ventimiglia, che sono stati sciolti in pochi mesi per infiltrazioni mafiose, secondo e terzo caso di sempre nel Nord. E poi locali incendiati, appalti sospetti, politici che chiedono voti ai clan, capimafia che prendono ordini direttamente dalla Calabria". "Secondo l’ultimo rapporto commissionato dal Ministero dell’Interno – affermano i due autori – la Liguria è la sesta regione a più alto indice di “mafiosità” in testa alla classifica nell’Italia settentrionale e fra le città, Imperia e Genova guidano la graduatoria". "Eppure – si domandano – mentre in tutta Italia la malapianta subisce colpi durissimi, da queste parti l’inchiesta più importante termina con un’assoluzione generale: un epilogo paradossale".

Si parla anche della ex Amministrazione Scullino, della Civitas, del City Manager Marco Prestileo. Riportiamo uno scorcio di cosa scrivono Grasso e Indice a tale proposito.”Ricordiamo come il Prestileo sia stato oltre che amministratore, detentore di quote o inserito nel collegio dei sindaci di altre otto aziende attive in zona, “socio di Gaetano Scullino nella Orizzonti Srl. La quale, sempre consultando i dati della Camera di Commercio, poteva occuparsi di costruzioni, ristrutturazioni o gestione immobili. Compari nell’edilizia il sindaco e il delfino minacciato a colpi di arma da fuoco (ricordiamo i nove colpi sparati contro la sua macchina) con un credito costituito per adesione al “Comitato Conca Verde”. Lo stesso nome di una porzione di territorio compresa tra Vallecrosia e Bordighera dove hanno lavorato, e guadagnato le ditte Pellegrino.

“Ma le “evidenze più qualificate” come le definiscono gli investigatori nelle loro segnalazioni, riguardano  le assegnazioni alla Civitas Srl, società al 100% comunale, di cui l’ex primo cittadino aveva affidato le chiavi al direttore generale, nominandolo amministratore delegato. Già da alcuni dati presi dalla Camera di Commercio emergono coincidenze non proprio irrilevanti. Primo: la maggior parte dei lavori di manutenzione, affidati dalla Civitas sotto la quota di 40 mila euro che obbligherebbe le pubbliche amministrazioni a bandire gare, se l’è accaparrata sempre la stessa cooperativa sociale, Marvon, di Giancarlo Mannias, un ex dipendente delle autostrade che all’improvviso si era fatto impresario con un certo successo. Risulta poi strano il fatto che La Marvon, nata nel 2006, il boom del fatturato si materializzi con la nomina di Prestileo al top della Civitas. Ma di chi è realmente questa Marvon? Risposta che chiuderebbe il cerchio dopo un approfondito lavoro dei carabinieri. Di Giuseppe Marcianò, 78 anni, ritenuto leader della ‘ndrangheta ponentina. “Con la società Marvon – spiegano i Carabinieri, intestata alla moglie Antonella Elia, si è inserito nell’ambito dei lavori del costruendo porto di Ventimiglia. Mannias è è sì amministratore unico dell’azienda, ma Marcianò ne è il socio occulto ed è in grado di influenzare le scelte operative”.

Questo e tanto altro compare nel libro dei due cronisti genovesi. Tante risposte documentate alle domande che i cittadini di Ventimiglia si fanno da quel 3 febbraio in cui fu sgretolata l’amministrazione Scullino. Oltre 400 nomi di politici e imprenditori che sembrerebbero coinvolti in loschi affari di mafia.


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