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25.01.2015 - Redazione

Il caso: l'infanticida del Grand Hotel del Mare è sana di mente

Sana di mente: con questa motivazione nei giorni scorsi il Gip del Tribunale di Imperia ha respinto l'istanza, presentata dai suoi difensori di fiducia, con la quale Natalia Sotnikova, la facoltosa quarantenne turista russa ospite del Grand Hotel del Mare che nella notte tra il dieci e l'undici Dicembre scorsi annegò nelle gelide acque di Bussana, estremo rione orientale di Sanremo, il proprio figliolo Semyon, mirava ad essere trasferita dal penitenziario di Genova Pontedecimo all'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, particolarmente attrezzato per ospitare mamme infanticide.

Come si ricorderà in quella tragica notte dell'anno appena trascorso la Sotnikova lasciò in piena notte la stanza che occupava nell'albergo di lusso di Bordighera, caricò il proprio piccolo, di appena nove mesi, in macchina e con lui si diresse alla periferia orientale di Sanremo ove, giunta sulla battigia di Bussana, si inoltrò, sempre con Semyon chiuso in un marsupio, a larghe bracciate verso il mare profondo ove si sbarazzò della creaturina, nata in California durante una sua precedente relazione con un altro cittadino russo.

 Arrestata ancor prima del ritrovamento del corpo di Semyon, al Procuratore aggiunto di Imperia Grazia Pradella, che insieme al Sostituto Francesca Scarlatti conduce l'inchiesta, rese piena confessione dell'infanticidio dimostrando assolutamente lucidità e determinazione.

Inizialmente difesa dall'avvocato imperiese Piera Poilucci, difensore d'ufficio, oggi la cittadina del grande Paese slavo ha come avvocati di fiducia i genovesi Andrea Sciello e Fiammetta Sciamanda i quali tenteranno con ogni mezzo di giocarsi la carta del vizio di mente al fine di sottrarre la Sotnikova ad una probabile condanna all'ergastolo. L'infanticidio di Sanremo è infatti parso uno dei più obbrobriosi tra tutti quelli consumati nell'ultimo trimestre dell'anno scorso che pure, purtroppo, non è stato avaro di tale genere di orrori. Secondo i legali della donna russa, a seguito di una visita compiuta da uno psichiatra di fiducia alla loro assistita, questa soffrirebbe di forti disturbi della personalità.

Per il Gip del Tribunale di Imperia questi disturbi sarebbero poi non così rilevanti e comunque non tali da giustificare il trasferimento in una struttura psichiatrica giudiziaria dell'assassina. Sicuramente, ora, si cercherà di fare in modo, almeno così pronosticano gli avvocati Sciello e Sciamanda, che venga dal Tribunale imperiese disposta una perizia medico- psichiatrica d'ufficio sulla Sotnikova che per ora rimane in carcere a Genova. Intanto nel grande cimitero dell'Armea a Sanremo, comune competente in quanto nel suo territorio c'è stato l'infanticidio, si è provveduto a seppellire il piccolo Semyon il cui corpicino fu rinvenuto una settimana dopo l'annegamento a Saint Tropez in Francia.

Era presente il padre biologico del pupo, che in ogni caso non lo ha riconosciuto, il russo Sergei Komandov, l'attuale compagno dell'infanticida, in altre parole colui che per primo diede ai carabinieri di Bordighera l'allarme, Stanislav Oleynikov, connazionale del primo, un Pope ortodosso della Cattedrale russa di Nizza e Don Giorgio Bellotto, noto parroco matuziano. Il bimbo è stato tumulato in un loculo anonimo nel campo dedicato ai " bambini".

 La sua sepoltura anonima a Sanremo si è resa possibile giacché solamente la madre, unica tra i genitori ad averlo riconosciuto, avrebbe potuto portarlo con se in un cimitero russo, secondo la Legge di quella sterminata Nazione, ma si trova ristretta in carcere.                  .                                         

Sergio Bagnoli 


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