venerdì 19 aprile 2024
22.11.2014 - Redazione

Social card agli immigrati, Viale: “Renzi fomenta la guerra tra poveri”

«I criteri di assegnazione della social card rischiano di agevolare nettamente quegli extracomunitari che lavorano in nero e che non hanno una casa di proprietà. Contemporaneamente si rischia di penalizzare, una volta di più, gli italiani. Pensiamo a un neo disoccupato, proprietario di una sola modesta abitazione dove vive con la famiglia: è molto probabile che si troverà escluso dalle graduatorie degli aventi diritto. Purtroppo, ancora una volta, dobbiamo rilevare che Renzi con questi provvedimenti di stampo buonista non fa altro che alimentare la guerra tra poveri, gettando benzina sul fuoco dei già esplosi conflitti sociali». Questo il commento di Sonia Viale, segretario regionale della Lega Nord Liguria, che critica l’emendamento presentato dalla maggioranza alla Legge di Stabilità e approvato in commissione Bilancio alla Camera.

«Quando vuole i soldi Renzi li trova – dice Viale – peccato che ignori o faccia finta di ignorare le vere emergenze. Pensiamo allo stanziamento di soli 60 milioni di euro per fare fronte alle somme urgenze di tutti i territori colpiti dalle ultime calamità naturali: la sola Liguria aveva chiesto un miliardo e ora si ritrova con qualche “briciola” a disposizione».

Poi Viale aggiunge: «Suggeriamo a Renzi di aprire gli occhi e vedere quanti sono i nuovi poveri in Italia: solo in Liguria, nell’ultimo anno un cittadino su due ha peggiorato la propria condizione economica e uno su quattro e sulla soglia di povertà. Le richieste di social card, che nel solo Comune di Genova sono rimaste “deluse”, sono i due terzi delle domande pervenute a inizio 2014. È evidente che le famiglie liguri siano in grave difficoltà economica, come testimoniato anche dai sempre crescenti accessi alla Caritas per un pranzo caldo. Estendere il diritto di richiesta della social card anche agli extracomunitari pur sapendo che non esistono i fondi neppure per coprire le richieste degli italiani è una decisione folle.

Anzi che fare inutili e dannose boutade in nome di un’integrazione fasulla, sarebbe decisamente meglio pensare a dare i servizi essenziali sociosanitari alle famiglie, agli anziani e ai disabili. Assurdo che in Liguria per accedere al Fondo per la non autosufficienza un disabile debba avere un reddito Isee di 12 mila euro: praticamente, al netto delle tasse, deve vivere sotto un ponte. Una regione la nostra – la più anziana d’Italia e addirittura d’Europa – dove in media ogni cittadino paga oltre 2mila euro all’anno di spesa sanitaria per avere servizi del tutto inadeguati, costosi e lontanissimi da casa propria se abita nell’entroterra. Prima di pensare alle social card agli immigrati, pensiamo a dare le cure necessarie ai nostri anziani e un adeguato supporto, gratuito, alle famiglie che hanno un parente disabile da accudire e che a causa della crisi oggi si trovano in enormi difficoltà per assicurargli le terapie necessarie».


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