giovedì 28 marzo 2024
19.08.2014 - Redazione

Ventimiglia, Malivindi (Movimento 5 Stelle): "i beni Civitas devono rimanere allla città!"

“Si è fatto un gran parlare della vendita all’asta dei beni Civitas durante la campagna elettorale: adesso che la nuova amministrazione si è insediata, tutto tace apparentemente, ma nel frattempo si sta procedendo con le vendite (visto che sono andate deserte le vendite all’asta, si procede con le “trattative private”, ovvero senza regole)”. Così si esprime il consigliere di minoranza del M5S a Ventimiglia, Silvia Malivindi sul caso dei beni Civitas.  

“Il Movimento 5 Stelle allo scorso Consiglio Comunale aveva presentato un emendamento alle linee di programma della nuova Amministrazione chiedendo che i beni Civitas restassero alla città di Ventimiglia e ai cittadini. Per i curiosi, lo riporto letteralmente:

-        Proposta di modifica al capitolo 9 CIVITAS

Modifica dell’ultima frase “Quindi il comune non ha possibilità alcuna di intervenire al momento” con la seguente frase:

-        Il comune può sospendere la liquidazione della Civitas, alla luce della Legge 147/2013 art. 1 comma 561 che ha abrogato il comma 32 dell’art. 14 del D.L.78/2010, convertito con legge 122/2010  che imponeva ai Comuni di mettere in liquidazione le società già costituite. Pertanto secondo la normativa vigente non vi è più alcun obbligo di sciogliere o liquidare le partecipate come la Civitas. Il Comune può quindi far sì che la liquidazione venga revocata e Civitas continui a lavorare - come peraltro sta ancora facendo - e continui a pagare i suoi debiti nei confronti degli Istituti di Credito. Ricordiamo infatti che il debito tributario dovuto da mancato pagamento dell’IVA è oggetto di contenzioso tributario e inoltre, nel caso in cui Civitas venisse condannata, sarebbe comunque il comune di Ventimiglia, con tutta probabilità, a dover pagare l’IVA in questione: Comune che così verrebbe condannato 2 volte, prima con la perdita dei beni immobili Civitas e poi con la condanna al pagamento di € 1.800.000,00 di IVA non versata a Civitas. Detto ciò, conviene che il Comune di Ventimiglia revochi la liquidazione di Civitas e la stessa adempia ai suoi obblighi. Così facendo i beni Civitas, i quali rivestono un’importanza strategica poiché centrali nonché di valore complessivo notevole (circa € 5.0000.000,00) sarebbero finalmente salvati. I beni Civitas sono a tutti gli effetti immobili pubblici dei cittadini ventimigliesi. Ricordiamo anche che tali beni potrebbero essere destinati alla creazione di spazi aggregativi per le Associazioni di volontariato, le associazioni culturali e di promozione sociale. Tra i beni in questione vi sono infatti gli ex locali ACI e ex locali ENEL, le ex scuole di Grimaldi, le ex scuole di Trucco e altri ancora. Nel caso in cui la liquidazione di Civitas andrà avanti, tali beni verranno letteralmente svenduti al migliore offerente in sede di trattativa privata in quanto le 3 precedenti aste sono già andate deserte. Il Comune di Ventimiglia si impegnerà affinché questo non accada.”  

"Il Sindaco, respingendo tale emendamento, ha dato la parola all’assessore Avv. Silvia Sciandra al fine di spiegare il motivo per cui, a parere della nuova Amministrazione, il Comune non ha la possibilità di intervenire al momento e deve per forza procedere con la vendita dei beni Civitas.

L’Assessore Vice Sindaco Sciandra ha giustamente argomentato la posizione della nuova Amministrazione, la quale sta seguendo  linea pretracciata  dai Commissari, ed è stata irreprensibile dal punto di vista della coerenza e, ovviamente, dal punto di vista legale. Ci sono dei debiti, bisogna pagarli, troviamo qualcuno a cui vendere questi beni, nella migliore delle ipotesi vendiamo solo ex ENEL ex ACI e ex ENAIP e avremo pagato tutti i debiti salvando inoltre tutti gli altri beni. Non fa una piega.

Ma quanti sono i debiti? E soprattutto qual è la priorità di un amministratore pubblico?

Cominciamo dal totale dei debiti. Iniziamo dal debito tributario per Iva non versata € 1.800.000.

Alt, un momento, quello non è un debito: è una pretesa tributaria, c’è un contenzioso in essere già vinto in primo grado e pertanto non è certamente da considerarsi un debito certo ed esigibile! Inoltre, nella malaugurata ipotesi in cui la Civitas verrà condannata a pagare l’Iva, alla fine non sarà la Civitas ma comunque il comune a dovere quella somma:  a cosa serve allora vendere adesso quei beni? Potremmo quindi venderli a tempo debito, se mai dovesse servire.

Inoltre bisogna ricordare che per questi grossi importi esiste la possibilità di “mediare” con l’Agenzia delle Entrate. Probabilmente potremmo arrivare ad abbassare la pretesa tributaria di circa la metà e sanare il debito – se così vogliamo chiamarlo, in un’ottica pessimistica- pagando  “solo” € 900.000 “in un colpo solo”. Un po’ come fanno i “grossi evasori”.

Ma, un momento: allora i debiti di Civitas sono molto inferiori a quanto prospettato! Allora ammontano a meno di un milione di euro, insomma, ordinaria amministrazione per una società di quel tipo.

Ah già, dimenticavo, ci sono anche i mutui contratti con le banche. E a quanto ammontano questi mutui? Poca roba, circa € 300.000

Ma allora, scusate, ma  questi famosi debiti dove sono?

E perché si devono vendere gli immobili?

Passiamo al secondo punto: qual è la priorità  di un amministratore? Fare il meglio per la collettività, per i cittadini e per la città.

Qui stiamo pensando a sanare il debito di Civitas ma non stiamo affatto pensando a salvaguardare il patrimonio comunale.

Il Movimento 5 stelle non ritiene che vendendo questi beni si stia perseguendo il BENE COMUNE: un’altra soluzione esiste e deve essere cercata e attuata dalla nuova Amministrazione.

Insomma, hanno tutti ragione, qualsiasi posizione può essere ben argomentata e giustificata, ma ciò che conta è non perdere MAI di vista le priorità: in questo caso la cosa più importante in assoluto è la salvaguardia del patrimonio pubblico comunale. Non importa se per raggiungere tale scopo si utilizzi una strada piuttosto che un’altra: Civitas potrebbe continuare a “lavorare” per pagare il debito residuo di € 300.000. Oppure si potrebbero trovare delle soluzioni alternative (locazione + pagamento delle rate del mutuo). Le soluzioni esistono, ma vanno cercate.

Ciò che è certo è che la “non-scelta” della nuova Amministrazione non è soddisfacente! I beni Civitas vanno salvati!

La volontà di un politico deve cambiare gli eventi e non il contrario".


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