giovedì 25 aprile 2024
03.11.2011 - Alessandro Giacobbe

Alluvione, la Protezione Civile di Pontedassio e di Vendone attive nel Levante ligure.

Ecco il racconto degli uomini della Protezione Civile di Pontedassio sui luoghi alluvionati del levante ligure

La Protezione Civile di Pontedassio e quella di Vendone attive nel Levante ligure.

 Anche i piccoli centri dell'entroterra ligure occidentale partecipano attivamente alle attività di immediato ripristino nelle zone alluvionate del Levante ligure. Il loro apporto è prezioso, perché si tratta di volontari provenienti da zone interne delle province di Imperia e di Savona: gente abituata al lavoro duro, alla campagna, a “sentire” il territorio, come forse chi vive sulla cosa non sa più fare. Parliamo delle sezioni di Protezione Civile di Pontedassio in valle Impero e di Vendone, sulle alture di Albenga. Pontedassio supera i mille abitanti, ma Vendone supera di poco i quattrocento.

Gianfranco Calzia di Pontedassio si è recato già il giovedì della settimana scorsa a Vernazza. Stuazione disastrosa. Si sono fermati a Levanto, poi non c'era più modo di proseguire se non via mare o con l'elicottero. Una volta sbarcati a Vernazza Gianfranco e il fratello Lino si sono resi conto di una situazione disastrosa. A monte del paese un'altura ha ceduto. Le due strade che portano all'abitato sono state mangiate da una cinquantina di frane. Il successivo sabato e domenica la Protezione Civile di Pontedassio è andata con cinque uomini, che meritano di essere ricordati  Gianfranco, Roberto De Lucia, Claudio Ciletto, Franco Calmarini e Ino Barla. Uomini già esperti, formati nelle operazioni di emergenza e dotati di particolare perizia tecnica. Seria, perché non si può ridere e scherzare, anche lavorando nel fango, di fronte a chi ha perso tutto. La loro destinazione è stata Ameglia, allo sbocco del Magra. Qui il ponte della Colombera è stato spazzato via. Una situazione meno drammatica, però i danni appaiono incalcolabili.

Vernazza senza dubbio ha lasciato il segno nelle menti di chi è andato per primo. I due Calzia sono stati tra i primi soccorritori ad arrivare e la gente isolata, che contava morti e dispersi, si è minimamente risollevata, rimettendosi al lavoro. Un gran lavoro sul campo, ma anche tanto sangue freddo.

Il gruppo di Vendone, sempre con cinque volontari, ha fatto già la spola tre volte per Monterosso. Andrea Bronda è sempre accompagnato dal fratello Davide. Anche in questo caso, due giorni dopo l'alluvione, la situazione era disarmante: le attività costiere cancellate, il fango arrivato fino al primo piano delle case, tutti i servizi primari mancanti in quanto distrutti. La macchina dei soccorsi lavora senza sosta e si rimettono in sesto tutti i servizi possibili, con la grande dignità delle persone locali.

 

Occhi abituati a vedere la campagna, come osserva Andrea Bronda, non possono tacere che si notavano costruzioni in punti pericolosi e soprattutto restringimenti dei corsi d'acqua. L'abbandono dei campi ha fatto il resto: niente pulizia degli alvei, niente manutenzione dei muri dei terrazzamenti. Una situazione senza uscita. Se non, dolorosamente, per acqua e fango. A questo punto sorgono dubbi: il Parco delle Cinque Terre, debitamente foraggiato dalle Istituzioni e sostenuto da un turismo giustamente presente, perché non ha dimostrato di avere un territorio in ordine ? L'evento atmosferico è stato senza dubbio violentissimo, ma i danni potevano essere più limitati. Si apriranno inchieste in luoghi dove se ne fanno sempre troppo poche ? Noi a Ponente abbiamo sbagliato, abbiamo pagato, stiamo cercando di rimediare con la messa in sicurezza di tanto territorio, anche se non basta mai. Intanto grazie a questi volontari, che, appunto, da piccoli centri aiutano con la loro esperienza frutto di secolare abitudine a gestire il territorio.

 


Commenti

Nessun commento presente.
Accedi per scrivere un commento

 
Meteo