giovedì 25 aprile 2024
31.07.2014 - Donatella Lauria

Il sindaco Ioculano scrive a Oliviero Beha

Il primo cittadino Ioculano scrive un' intensa lettera difendendo la sua e la nostra città dalle affermazioni insulse e diffamatorie del "giornalista".

"Le scrivo, Dott. Beha, da quell’ultimo lembo di Italia che Lei con disprezzo ha definito estero. Le scrivo a nome di centinaia e migliaia di persone, certo in gran parte meridionali, che hanno contribuito con il loro duro lavoro, spesso sottopagato, a rendere ricca e 'bella' la Costa Azzurra, che tanti citano a fulgido esempio, ma che non sarebbe ciò che è senza il lavoro dei nostri frontalieri. Mi dispiace che un giornalista – conoscitore del mondo e delle genti – si sia dimostrato così incapace di guardare oltre le apparenze ed abbia preferito riportare impressioni stereotipate e precostituite (calabresi = andrangheta, Bordighera e Ventimiglia = mafia). E’ un modo facile di vedere le cose e, personalmente, mi aspettavo da Lei un maggiore approfondimento. Ma evidentemente ora il giornalismo si fa con le chiacchiere da bar".

"Non mi importa se a Lei non è piaciuta la nostra città ce ne siamo già fatti una ragione e non La disturberemo più chiedendoLe di venire a presentare i suoi libri qui da noi, augurandoLe che i suoi scritti abbiano maggior successo e non la inducano a vituperare altre città o persone. La vera grande bellezza di questa città è quello di essere stata ed essere, ancora oggi, priva di conflitti etnici o razziali ma evidentemente i Suoi valori non Le consentono di apprezzare tale caratteristica, così come non Le hanno consentito di vedere al di là della fatica di vivere la voglia di riscatto che la maggioranza dei cittadini e le numerose ed inesauste associazioni cittadine continuano ad esprimere".

"La informo, infine, che l’Amministrazione comunale che io rappresento, ritiene diffamatoria ed ingiusta (Lei ci conosce Sig. Beha?) l’affermazione secondo cui la 'lista semicivica... (che ha vinto le elezioni, ndr) probabilmente capisce bene tutti i linguaggi', ma è ancora in dubbio se sia corretto nei confronti della cittadinanza perdere  tempo a stigmatizzare il linguaggio di un giornalista in cerca di pubblicità piuttosto che occuparsi di problemi reali".


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