mercoledì 1 maggio 2024
21.09.2012 - Donatella Lauria

In una settimana due neonati a Pigna, paese in declino demografico

I due neonati sono figli di una coppia albanese e di una coppia romena.

E' molto probabilmente il segnale dell'Italia che cambia, di un Paese, cioè, in forte declino demografico nel quale le giovani coppie di immigrati stranieri, ma pure quelle miste, stanno soppiantando quelle autoctone nel mettere al mondo nuovi figli. Tale tendenza è ancora maggiormente pronunciata in quei paesi, come quelli dell'entroterra ligure di ponente, dove il fenomeno dell'invecchiamento della popolazione è ancora più accentuato. Uno di questi villaggi del Ponente è Pigna che nel 1861, anno del primo censimento dell'Italia unitaria, contava addirittura più di tremila abitanti ma ancora nel 1961 superava i duemila residenti. Al termine dell'anno scorso, invece, i suoi abitanti erano solamente 919 in buona parte anziani pensionati. Nello storico paese dell'alta Val Nervia, noto soprattutto per i monumenti artistici legati ai capolavori del pittore del gotico piemontese Canavesio, nella prima settimana del corrente mese di Settembre sono nati ben due bambini, entrambi venuti alla luce nel reparto di ostetricia dell'Ospedale di Sanremo. Sono figli di due coppie di immigrati, entrambe rappresentanti delle due comunità straniere più diffuse in Italia. Il primo di Settembre è nato Damjan, cittadino albanese, figlio di Flogerta ed Eglantin Balla. In Albania, giova ricordare, per legge, come in Francia sino a non molti anni fa, la moglie dopo il matrimonio perde il suo cognome da ragazza per assumere quello del marito. Due giorni dopo è nato, invece,          il romeno Petcu Robert Andrei, figlio di Olimpia Mihaela Mironescu e di Daniel Petcu, entrambi immigrati dalla nazione carpatico- danubiana appartenente all'Unione europea al pari dell'Italia. E' vero che due nuove nascite in solamente tre giorni per un Comune in forte declino demografico ove il tasso di natalità è pari appena al 7,7 per mille, rappresenta una grande speranza per il futuro del borgo ma è altrettanto vero che questi due neonati, pur essendo venuti al mondo in Italia grazie a due coppie straniere, una comunitaria e l'altra extra- comunitaria, che hanno eletto il nostro Paese come luogo ove vivere e far crescere la prole, non possono avere per ora la cittadinanza del paese dove cresceranno. Come chiede il Ministro italiano all’integrazione Andrea Riccardi, già anima della Comunità romana di Sant'Egidio, è forse ora di aggiornare la legge italiana sulla cittadinanza approvata nell'ormai lontano 1992, quando la prima immigrazione di massa, quella proveniente dall'Albania, non era ancora avvenuta, al fine di non correre il pericolo di veder crescere una generazione in parte di esclusi, italiani nei fatti ma stranieri giuridicamente.        


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