venerdì 29 marzo 2024
31.07.2014 - Redazione

Oliviero Beha ai ventimigliesi: "state facendo cabaret puro"

Dopo i botta e risposta tra il giornalista del Fatto e i cittadini di Ventimiglia, indignati per le sue parole, ecco cosa risponde dal suo blog.

Al netto degli insulti (ognuno si esprime come crede) e delle ridicole accuse di “razzismo”, vocabolo che così viene svuotato del suo più serio significato, mi pare che la mia breve nota su “Il Fatto quotidiano”a proposito di Ventimiglia abbia sollevato alcune questioni. Addirittura c’è stato chi ha pensato che l’amministrazione comunale dovesse difendere penalmente “l’immagine della città”: cabaret puro. Sia pure brevemente, dunque parliamone possibilmente dopo aver letto o riletto l’articolo con un minimo d’attenzione.

1) Non attribuisco affatto genericamente ai “calabresi” le colpe di niente. Ognuno è responsabile di ciò che fa, la responsabilità penale è personale e lo scioglimento del Comune per mafia dovrebbe confermarlo.

2) L’osservazione sul mio viaggio all’estero “italiano” è una metafora.

3) La percentuale altissima, inarrivabile in qualunque altro luogo, di calabresi, di qualunque età, nella comunità di Ventimiglia qualcosa dovrebbe suggerire: cosa? Ditemelo voi che la conoscete così bene. Che siano arrivati per lavorare c’è scritto, dei boss al confino pure, delle’ndrine la cui longa manus funziona perfettamente alla frontiera anche.

4) Se qualcuno afferma che la stampa italiana è correa nello sfascio del Paese, io gli do ragione e non mi sento chiamato in causa, proprio perché anzi mi batto contro questa correità da sempre. Come mai i calabresi onesti (che voglio sperare la stragrande maggioranza) non fanno lo stesso invece che cianciare di “razzismo”?

5) Di coloro che resistono, quotidianamente e culturalmente, ho fatto cenno. Ognuno si riconosca in chi vuole.

6) La brevità dell’articolo mi ha permesso di parlare solo di sfuggita della nuova amministrazione, che so (e scrivo) non essere compromessa con i predecessori delinquenti. Ma quando scrivo che è una nuova gestione “speranzosa” che conosce i linguaggi sto dicendo che nessuno nasce sotto un pero. Non fraintendiamo ad arte.

7) Ritengo comunque molto utile la reazione al mio articolo, anche qualche canzoncina a volte sveglia il paziente dal coma. Consiglio dunque, al di là dei limiti dell’estensore (oltre a quello di non essere purtroppo calabrese…) con i quali convivo da tempo con pazienza che vi prego di condivudere…, di non straparlare più stolidamente di razzismo o malafede o di libri da vendere. Sono boomerang, ragazzi…, vi tornano indietro in luoghi appartati e magari non ve li meritate neppure.

Ad maiora. Oliviero Beha


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