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24.06.2014 - Donatella Lauria

Ventimiglia: Tommaso Reggio rinasce dalle mani dell'artista Davide Puma

Domani alle 15 e 30 alla presenza della Madre generale della congregazione di Santa Marta e del neo Sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano, verrà celebrata dal vescovo diocesano Mons. Suetta una liturgia di benedizione dell’opera.

La cattedrale di Ventimiglia sta per accogliere un' opera dell’artista sanremese Davide Puma. 

Il lavoro rappresenta il beato Tommaso Reggio: figura importante in Italia e fondamentale per la nostra diocesi nella seconda meta’ dell’ottocento, che diede vita al primo giornale cattolico e che fondò l’ordine delle Suore di Santa Marta ricevendo la nomina di Vescovo di Ventimiglia e Arcivescovo di Genova.

Puma, quarant'anni, che vive da qualche anno nella città di confine, non a caso e’ stato chiamato per rappresentare la figura del Beato.

Disegnatore da sempre, dopo essersi dedicato ad altri percorsi lavorativi decide nel 2003 di consegnarsi in toto alla pittura e, seguendo le orme del fratello Corrado, frequenta l’Accademia Balbo di Bordighera con il maestro Enzo Consiglio e si iscrive  alla scuola di nudo artistico di Mentone.

I suoi dipinti sono presenti in diverse gallerie in Italia e all’estero. Ha esposto a Parigi, Milano, Roma, Reggio Emilia, Benevento, Vicenza oltre che Sanremo e Bordighera.

Il suo talento di pittore, dunque, è emerso solo pochi anni fa e sta consegnando all'artista successi e fama anche a livello internazionale.

Dal 2014 e’ entrato a far parte della collezione permanente del museo d’arte contemporanea il Macs di Catania. A settembre sara’  impegnato in una personale presso la galleria Sibernagl Undergallery di Milano.

Domani alle ore 15,30 alla presenza della Madre generale della congregazione di Santa Marta e del neo Sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano, verrà celebrata  dal vescovo diocesano Mons. Svetta una liturgia di benedizione  dell’opera, nella chiesa della  Casa Madre delle suore, prima della sua posizione in cattedrale.


Tommaso Reggio, nel 1852 viene nominato vescovo coadiutore di Genova con diritto di successione a Ventimiglia, alla morte del titolare gli subentra, risollevando in 15 anni di episcopato le sorti della diocesi: fonda il Convitto vescovile affiancandolo al seminario da lui fatto restaurare, porta il numero dei seminaristi da 7 a 80; visita tre volte la diocesi, indice tre sinodi; in occasione del primo Congresso catechistico italiano, sostiene la necessità di un catechismo unico per tutta l’Italia e redige il Ristretto della Dottrina Cristiana. Inoltre, collabora con Don Bosco nel sostenere l’opera salesiana di Vallecrosia. Dopo il tremendo terremoto del 1887 crea due orfanotrofi per i figli dei sinistrati. L’anno dopo fonda la congregazione delle Suore di Santa Marta, inizialmente con lo scopo di assicurare al Convitto i servizi di cucina e del guardaroba; poi la congregazione si dedicherà all’assistenza dei malati, all’educazione dei bambini negli asili, all’insegnamento del catechismo nelle parrocchie, alla cura degli orfani e della gioventù femminile. Oggi le suore di Santa Marta sono presenti non solo in Italia, ma anche in Libano, India, Cile, Argentina, Brasile (Mato Grosso e Paranà) e Messico.

 

 

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